La tosse nei bambini rappresenta uno dei disturbi più frequenti e fonte di preoccupazione per i genitori, inducendo spesso al ricorso all’aerosol come rimedio principale. Tuttavia, molti esperti oggi mettono in discussione l’efficacia di questa pratica, soprattutto nei casi di raffreddore, influenza o nelle più comuni infezioni delle vie respiratorie alte. Sostenere che l’aerosol sia una soluzione da applicare in ogni circostanza è, infatti, un mito da sfatare. In alcune situazioni non solo risulta essere inutile, ma può persino peggiorare la condizione del bambino, aumentando il rischio di complicanze o infezioni aggiuntive.
Quando l’aerosol non serve e perché può essere dannoso
Studi e pareri di pediatri spiegano che l’utilizzo dell’aerosol nei casi di raffreddore, tosse e influenza non apporta reali benefici. Secondo l’infettivologo Matteo Bassetti, l’aerosol è una pratica profondamente radicata soprattutto in Italia dalla fine degli anni ’70, ma non ha alcun fondamento scientifico in queste condizioni. Nei quadri di infezioni delle vie superiori come rinite, sinusite o tosse conseguente a raffreddamento, l’apparecchio non contribuisce alla guarigione né riduce i sintomi in modo significativo. I farmaci nebulizzati, attraverso l’aerosol, raramente raggiungono le aree dove potrebbero essere realmente utili, venendo in gran parte trattenuti nel naso o disperdendosi nell’ambiente.
La situazione si aggrava in presenza di asma o broncospasmo. In questi casi, l’umidità e la soluzione salina usate durante l’aerosol potrebbero determinare un peggioramento della patologia, favorendo la proliferazione di microrganismi (come la Candida) se il dispositivo non viene pulito correttamente o se resta umido dopo l’utilizzo. Paradossalmente, quindi, un atto che si pensa protettivo rischia di aumentare il rischio di infezioni fungine o batteriche a carico delle vie respiratorie.
Un’altra considerazione riguarda l’uso indiscriminato di farmaci: la pratica comune di inserire cortisone o altri medicinali nell’ampolla dell’aerosol senza prescrizione medica può esporre il bambino a effetti collaterali non necessari e, se la somministrazione è errata, il beneficio medico è pari a zero.
Indicazioni precise e false credenze
Il consiglio degli esperti è di non ricorrere all’aerosol nei bambini quando si tratta di sintomi banali come la tosse virale o il raffreddore. In questi casi, la migliore terapia è rappresentata dai lavaggi nasali regolari, soprattutto nei lattanti e nei più piccoli, e dalla semplice attesa che la guarigione avvenga naturalmente. L’aerosol può dare un falso senso di controllo, inducendo i genitori a credere di alleviare i sintomi del bambino, ma scientificamente non apporta alcuna differenza rispetto alle cure di supporto più classiche.
La convinzione che con l’aerosol i farmaci raggiungano direttamente le zone infiammate delle alte vie respiratorie è infondata: nella maggior parte dei casi il farmaco rimane intrappolato nel naso oppure raggiunge in modo non efficace le vie aeree profonde, soprattutto nei bambini che piangono o sono agitati durante la somministrazione. In tali condizioni, infatti, la respirazione non è quella corretta perché il bambino non inspira in modo profondo e regolare, vanificando tutto il processo.
Inoltre, è importante ricordare la corretta pulizia dell’apparecchio: ogni elemento deve essere igienizzato accuratamente e asciugato dopo l’uso, per evitare che l’umidità residua favorisca la crescita di germi e funghi. La scarsa attenzione all’igiene del dispositivo rappresenta uno dei principali rischi dell’uso casalingo dell’aerosol.
Quando, invece, l’aerosol è indicato
Sebbene in molti casi sia superfluo, l’aerosol mantiene una sua indicazione terapeutica in alcune specifiche patologie. Gli esperti concordano che può essere utile in situazioni come alcune forme di asma o in presenza di bronchiolite di tipo ostruttivo. In questi contesti, però, la modalità di somministrazione e il farmaco devono essere decisi esclusivamente dal pediatra. Ad esempio, per l’asma nei bambini il trattamento efficace prevede spesso l’uso di spray dosati con distanziatore, piuttosto che l’aerosol, in quanto lo spray garantisce una distribuzione più precisa ed efficace del farmaco nei bronchi e la sua somministrazione è più semplice anche nei più piccoli.
Nei casi di broncospasmo occasionale, la somministrazione tramite aerosol può essere presa in considerazione solo se prescritta dal medico e a fronte di specifici farmaci come il salbutamolo. Bisogna in ogni caso attenersi scrupolosamente alle indicazioni del pediatra e mai improvvisare terapie fai-da-te, che possono esporre il bambino a dosaggi inappropriati o all’uso di sostanze inutili.
Sintesi delle principali indicazioni sull’uso dell’aerosol
- Non è utile per tosse, raffreddore, sinusite, influenza lieve nei bambini senza patologie croniche respiratorie.
- Può essere utilizzato, su prescrizione pediatrica, in asma diagnosticata o broncospasmo selezionato.
- La sterilità e la pulizia dell’apparecchio sono fattori fondamentali per prevenire complicanze infettive.
- La somministrazione è efficace solo se il bambino collabora: pianto e agitazione rendono inutile la procedura.
- Evita l’improvvisazione nell’utilizzo di farmaci: segui sempre la prescrizione specialistica.
Strategie alternative e raccomandazioni pratiche
Nella maggior parte delle situazioni, quindi, il trattamento della tosse nei bambini dovrebbe essere conservativo e mirato principalmente a favorire la pulizia delle vie respiratorie, tramite soluzioni fisiologiche e lavaggi; l’uso di farmaci come antinfiammatori, antibiotici o cortisonici andrebbe riservato solo ai casi specifici indicati dal medico. Se la tosse è associata a malessere generale e febbre, può essere somministrato il paracetamolo, che funziona come analgesico e antipiretico, ma non come antinfiammatorio.
L’attenzione deve essere posta anche a non automedicare i bambini con rimedi non necessari, poiché la maggior parte delle infezioni respiratorie è di origine virale e si risolve spontaneamente. Ridurre l’abuso di aerosol significa anche prevenire sviluppi dannosi come la selezione di microrganismi più resistenti e il rischio di allergizzazioni dovute all’inalazione ripetuta e scorretta di sostanze medicinali inutili.
In generale, è opportuno affidarsi al pediatra di fiducia, che saprà distinguere tra le situazioni che richiedono un intervento mirato e quelle che invece trovano naturale risoluzione nel tempo, rassicurando i genitori sull’evoluzione fisiologica della tosse nei bambini.