Le patate sono tra gli alimenti più diffusi e apprezzati al mondo, consumate ogni giorno in molteplici forme e ricette. Tuttavia, sussiste spesso una confusione persistente circa la loro classificazione: sono considerate verdura oppure no? E se non lo sono, perché il loro consumo non contribuisce al famoso apporto giornaliero di frutta e verdura raccomandato dalle linee guida internazionali?
Natura e classificazione delle patate
Dal punto di vista botanico, la patata appartiene alla famiglia delle Solanacee, la stessa dei pomodori, delle melanzane e dei peperoni, ed è propriamente definita un tubero. La parte che comunemente consumiamo, infatti, non è il frutto o la foglia della pianta, ma il suo tubero sotterraneo, specializzato nell’accumulo di nutrienti.
Nonostante cresca sottoterra come la carota o la barbabietola, la patata differisce da queste sia per composizione che per utilizzo nutrizionale. Mentre le verdure classiche sono ricche soprattutto di acqua, fibra alimentare e micronutrienti, la patata è nota per il suo contenuto di amido, un carboidrato complesso che la avvicina maggiormente ai cereali come pasta, pane e riso piuttosto che alle verdure a foglia o ai pomodori.
A livello nutrizionale, quindi, le patate non vengono considerate verdure in senso stretto – come può confermare anche l’enciclopedia online – ma sono adeguatamente classificate come alimenti ricchi di carboidrati complessi, ovvero fonti energetiche paragonabili ai prodotti del grano.
Perché le patate non contano nel consumo giornaliero di verdura
Le principali linee guida nutrizionali mondiali, come quelle suggerite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, raccomandano il consumo di almeno cinque porzioni tra frutta e verdura ogni giorno per godere di una dieta completa e ricca di micronutrienti, fibra e fitocomposti protettivi.
Nonostante siano spesso servite come contorno e preparate insieme ad altri ortaggi, le patate non rientrano in questo computo. Il motivo principale risiede nella loro composizione nutrizionale: sono principalmente una fonte di amido, con un contenuto di fibra inferiore a quello delle verdure e privo della varietà di fitonutrienti dispensati da ortaggi e insalate.
In particolare, secondo le raccomandazioni nazionali italiane e di molti altri paesi europei, le patate devono essere considerate, nella pianificazione dei pasti, come alternative ai cereali e non come verdure. Consumare una porzione di patate, quindi, significa sostituire il pane o la pasta più che i fagiolini o i pomodori. In mensa o nei menu delle scuole, ad esempio, una porzione di patate non sostituisce la porzione di verdure obbligatoria.
Profili nutrizionali a confronto
Un confronto diretto tra patate e verdure mette in luce nette differenze:
- Le patate sono ricche di carboidrati complessi (amido) – circa il 66-90% sul peso secco – mentre le verdure classiche sono povere di amidi e più ricche di fibre, acqua e vitamine.
- Un’altra importante differenza è il contenuto calorico: pur avendo meno calorie rispetto ai cereali, le patate ne forniscono comunque di più rispetto alla maggior parte degli ortaggi a foglia o ai pomodori.
- Le patate hanno un indice glicemico generalmente alto, che le rende meno idonee per il consumo frequente da parte delle persone con problemi di glicemia rispetto alle verdure.
- Pur apportando alcune vitamine del gruppo B e vitamina C, non eguagliano il profilo vitaminico di molte verdure, particolarmente in termini di provitamina A e composti antiossidanti specifici delle verdure colorate.
- Mancano delle tipiche fibre insolubili che promuovono la regolarità intestinale, tipiche invece dei vegetali a foglia.
Per questi motivi, le patate non possono essere contabilizzate nel raggiungimento delle cinque porzioni tra frutta e verdura consigliate quotidianamente.
Quando e come includere le patate in una dieta equilibrata
Nonostante la loro esclusione dal gruppo delle verdure, le patate offrono comunque vantaggi nutrizionali. Forniscono energia facilmente disponibile, saziano velocemente e sono adatte anche a chi soffre di celiachia perché naturalmente prive di glutine. Offrono vitamine come la C e alcune del gruppo B, minerali preziosi come potassio e magnesio, e grazie all’amido resistente (specialmente nelle patate raffreddate dopo la cottura) sostengono anche il microbiota intestinale.
Per una dieta sana ed equilibrata, è comunque importante:
- Sostituire le patate agli altri carboidrati (pane, pasta, riso) anziché aggiungerle come extra al classico pasto con cereale e verdura.
- Consumare preferibilmente patate a buccia (ben lavata e cotta), per sfruttare appieno il contenuto in fibre e micronutrienti.
- Privilegiare metodi di cottura semplici come bollitura, vapore o forno, evitando il più possibile le fritture.
- Accostarle a una varietà di verdure di stagione nel piatto, garantendo così la presenza di fitonutrienti protettivi e fibre alimentari.
Un errore frequente è considerare la patata come semplice “contorno”, mentre dal punto di vista della dieta deve essere pensata al pari del pane o della pasta.
Sebbene appartengano al vasto mondo degli ortaggi, le patate occupano uno spazio a parte nella pianificazione nutrizionale. Se, infatti, apportano benefici e rappresentano una fonte energetica naturale e versatile, la loro presenza nel pasto non va conteggiata tra le porzioni di verdura. È importante comprendere questa distinzione per rispettare le corrette proporzioni tra macronutrienti e garantire un apporto adeguato di fibre, vitamine e sostanze protettive presenti in abbondanza solo nelle verdure “vere”.