Frutto più grasso: ecco quale è e perché fa bene

Nel contesto della alimentazione sana, spesso si considerano i frutti solo come fonte di zuccheri e fibre, trascurando che esistono anche alcune varietà che si distinguono per l’elevato contenuto di grassi. Questa categoria di frutta, composta prevalentemente da frutta secca e alcuni frutti particolari, offre invece importanti benefici per la salute grazie alla ricchezza di lipidi insaturi che svolgono un ruolo chiave nella prevenzione di molte patologie, soprattutto a carico del sistema cardiovascolare. Nonostante il pregiudizio secondo cui i grassi alimentari siano sempre dannosi, la ricerca scientifica ha chiarito che la qualità dei grassi è molto più importante della quantità, e che alcuni frutti grassi rappresentano veri alleati per il benessere.

Quali sono i frutti più grassi?

Tra tutti i frutti disponibili, la nocciola detiene il primato assoluto come frutto più grasso, con circa 61 grammi di grassi ogni 100 grammi di prodotto. Seguono la noce con 54 grammi, le mandorle con 50 grammi, e il cocco che contiene quasi 34 grammi di grassi per etto. Tra i frutti freschi, fuori dalla categoria della frutta secca, il primato spetta all’avocado, che vanta circa 15 grammi di grassi per 100 grammi. Anche le olive, spesso considerate verdura ma botanicamente frutti, si distinguono con circa 11 grammi di grassi ogni etto.

  • Nocciola: 61 g di grassi per 100 g
  • Noce: 54 g di grassi per 100 g
  • Mandorle: 50 g di grassi per 100 g
  • Cocco: 34 g di grassi per 100 g
  • Avocado: 15 g di grassi per 100 g
  • Olive: 11 g di grassi per 100 g

Si osserva quindi che la differenza tra frutta secca e frutti freschi è notevole, sia per la concentrazione di grassi che per il profilo lipidico. Inoltre, la percentuale di grassi nei frutti più grassi comporta anche un notevole apporto calorico: il cocco, ad esempio, fornisce ben 360 kcal per 100 grammi, e l’avocado circa 238 kcal.

Grassi buoni: il valore nutrizionale dei frutti grassi

Non tutti i grassi sono uguali. Molto importante è distinguere tra grassi saturi e grassi insaturi. La frutta secca come noci, nocciole e mandorle contiene una percentuale predominante di acidi grassi insaturi, più precisamente monoinsaturi e polinsaturi, considerati protettivi per il cuore e il sistema circolatorio. Stesso discorso per l’avocado, noto soprattutto per la ricchezza di acido oleico, lo stesso grasso presente nell’olio extravergine di oliva,grasso monoinsaturo che aiuta a ridurre il colesterolo cattivo (LDL) e a innalzare quello buono (HDL).

Questi grassi, detti “buoni”, contribuiscono a:

  • Ridurre l’infiammazione sistemica e il rischio cardiovascolare
  • Favorire la salute cerebrale e delle membrane cellulari
  • Migliorare il profilo lipidico ematico
  • Ottimizzare l’assorbimento delle vitamine liposolubili (A, D, E, K)

Al contrario, i grassi saturi, tipici di prodotti di origine animale o di alcuni oli vegetali raffinati, vanno limitati poiché associati a un aumentato rischio di malattie cardiache.

Benefici dei frutti grassi per la salute

Numerosi studi scientifici confermano il ruolo protettivo dei frutti grassi nella dieta quotidiana. Una delle ricerche più autorevoli ha coinvolto oltre 100.000 persone seguite per circa 30 anni: chi consumava mezza tazza di avocado al giorno, sostituendo altri alimenti tipicamente grassi come uova, burro o carni processate, ha presentato una riduzione del rischio di infarto tra 16% e 22%. Anche l’introduzione regolare di frutta secca, nelle giuste quantità, ha mostrato effetti simili nel favorire la longevità e nel limitare le patologie croniche.

I principali benefici correlati al consumo dei frutti ricchi di grassi riguardano in particolare:

  • Prevenzione delle malattie cardiovascolari: grazie all’apporto di grassi insaturi, fibre e sostanze antiossidanti (come vitamina E e polifenoli), questi frutti aiutano a proteggere il sistema cardiocircolatorio.
  • Controllo della glicemia: la bassa presenza di zuccheri e l’alto contenuto di grassi e fibre favoriscono una risposta glicemica più stabile a seguito dei pasti, aiutando anche i soggetti diabetici.
  • Sazietà e controllo del peso: sebbene siano alimenti calorici, la presenza di grassi e fibre contribuisce a prolungare il senso di sazietà, riducendo così la frequenza di spuntini fuori pasto sregolati.
  • Salute del cervello: gli acidi grassi essenziali presenti nei frutti grassi sono fondamentali per le funzioni cognitive e la memoria.

Come inserire i frutti grassi in una dieta equilibrata

Anche se la frutta più grassa può offrire molti vantaggi, è fondamentale inserirla correttamente nella dieta per sfruttarne i benefici senza eccedere con le calorie. La frutta secca viene spesso consigliata come spuntino salutare o come aggiunta a insalate, yogurt e cereali. La dose giornaliera suggerita è generalmente di 20-30 grammi al giorno per la frutta secca, quantità che permette di ottenere i vantaggi degli acidi grassi essenziali senza rischiare l’aumento di peso. L’avocado, invece, può essere consumato in mezza unità al giorno, ad esempio all’interno di insalate, frullati o creme spalmabili.

Consigli pratici per l’uso

  • Preferire frutta secca non salata né zuccherata per evitare un apporto eccessivo di sodio o zuccheri inutili.
  • Inserire l’avocado anche negli snack salati, abbinandolo a pane integrale, pomodori e semi oleosi.
  • Alternare i diversi tipi di frutta grassa per beneficiare di tutti i micronutrienti forniti da ciascuna varietà.

Non va dimenticato che, nonostante i loro benefici, la quantità di frutti grassi deve comunque essere adattata al proprio fabbisogno energetico totale, alla condizione fisica e allo stile di vita.

In conclusione, i frutti più grassi non sono solo tollerabili nella dieta ma possono essere veri e propri “superfood” grazie al contenuto di grassi buoni, antiossidanti e fibre. Inseriti in modo bilanciato, contribuiscono a proteggere cuore, cervello e metabolismo, smentendo il mito che vede grassi e salute come due mondi opposti.

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