Non saltare questa visita fondamentale durante la menopausa: ecco perché è pericoloso

La transizione verso la menopausa rappresenta per ogni donna una fase di profondo cambiamento fisico ed emotivo, caratterizzata dalla riduzione dell’attività ovarica e dalla conseguente diminuzione degli ormoni sessuali come gli estrogeni. Questo periodo biologico non comporta soltanto la cessazione del ciclo mestruale, ma anche l’insorgenza di sintomi specifici e un maggiore rischio di sviluppare alcune patologie, tra cui tumori ginecologici, cardiovascolari e osteoporosi. In questo contesto, saltare la visita ginecologica periodica durante la menopausa non è solo uno sbaglio, ma può trasformarsi in un vero e proprio pericolo per la salute femminile a medio e lungo termine.

La visita ginecologica regolare rappresenta quindi un cardine nella prevenzione, nella diagnosi precoce e nella corretta gestione di tutte le problematiche correlate a questa fase della vita della donna.

Perché la visita ginecologica è cruciale in menopausa

La visita ginecologica annuale o secondo le indicazioni dello specialista è fondamentale per monitorare la salute degli organi genitali interni ed esterni. In menopausa, a causa dei cambiamenti ormonali, aumentano sia le condizioni benigne come atrofia vulvo-vaginale sia il rischio di patologie più gravi quali tumori di utero, ovaie e cervice uterina. Attraverso la valutazione clinica e strumenti diagnostici come l’ecografia transvaginale e lo screening con Pap Test o HPV-DNA test, è possibile identificare precocemente alterazioni sospette, infiammazioni croniche, polipi e neoplasie, quando ancora sono trattabili in modo efficace.

Le conseguenze di una diagnosi tardiva sono spesso gravi: il tumore ovarico, ad esempio, è tra quelli con minore sopravvivenza proprio perché i sintomi iniziali sono subdoli e spesso ignorati fino a stadi avanzati. Un regolare controllo permette anche di risolvere disturbi come perdite vaginali anomale, dolori durante i rapporti sessuali o prurito intimo, spesso spia di condizioni croniche come l’atrofia vulvo-vaginale (atrofia vulvo-vaginale), che interessa circa il 50% delle donne in menopausa e può compromettere pesantemente il benessere quotidiano e la vita di coppia .

Screening ed esami complementari: cosa valutare

Oltre alla visita ginecologica, le linee guida nazionali prevedono una serie di esami e screening specifici per le donne tra i 40 e i 60 anni, che aiutano a ridurre al minimo i rischi per la salute durante la menopausa:

  • Pap Test o HPV-DNA test ogni 2-3 anni, fondamentali per la prevenzione del tumore della cervice uterina .
  • Ecografia transvaginale per il monitoraggio delle ovaie, dell’endometrio e dell’utero, utile a identificare polipi, fibromi e carcinomi in fase precoce .
  • Visita senologica annuale, con ecografia e, dai 50 anni, mammografia ogni due anni, per la diagnosi precoce del tumore alla mammella .
  • Colonscopia nello screening dei tumori colorettali: raccomandata dai 50 anni, soprattutto in presenza di familiarità .
  • Visita cardiologica e test ematici di routine (colesterolo, trigliceridi, glicemia, pressione arteriosa): la menopausa comporta un aumento del rischio cardiovascolare .

Questi controlli vanno eseguiti con regolarità e personalizzati in base alla storia clinica, fattori di rischio individuali e sintomi segnalati dalla paziente.

Rischi specifici del “salto” della visita

Non sottoporsi ai controlli regolari in menopausa espone la donna ad una serie di rischi, talvolta sottovalutati:

  • Progressione silente di neoplasie: i tumori ginecologici spesso rimangono asintomatici sino agli stadi avanzati, quando le opzioni terapeutiche sono drasticamente ridotte e la prognosi peggiora.
  • Atrofia vulvo-vaginale cronica: la mancata diagnosi e il trattamento tardivo peggiorano la qualità della vita, favorendo infezioni ricorrenti e dolore persistente .
  • Osteoporosi e artrosi: la perdita degli estrogeni accelera la demineralizzazione ossea; senza prevenzione, il rischio di fratture aumenta in modo esponenziale . Un controllo mirato permette di individuare le donne con maggiore suscettibilità e avviare tempestivamente la terapia.
  • Disfunzioni sessuali e fragilità emotiva: il calo ormonale influenza la sessualità, la salute mentale e la stabilità emotiva; affrontare questi aspetti con uno specialista riduce il rischio di depressione e isolamento .
  • Aumento del rischio cardiovascolare: la diminuzione degli estrogeni si associa alla crescita dei livelli di cortisolo (in caso di insonnia) e ad alterazioni lipidiche, condizioni che favoriscono lo sviluppo di ipertensione, ictus e infarto .

L’importanza del monitoraggio costante, dunque, non riguarda solo la sfera ginecologica, ma si estende a tutto l’organismo, in un’ottica di medicina preventiva personalizzata.

Ruolo del ginecologo e della medicina di genere

Durante la menopausa, il ginecologo assume la funzione di guida e riferimento: la personalizzazione dei protocolli di screening permette di adattare la frequenza dei controlli alle esigenze della singola paziente, considerandone i fattori di rischio, la storia familiare e la presenza di sintomi specifici. Non esistono indicazioni universali valide per tutte: per alcune donne la visita annuale può essere sufficiente, per altre può essere necessario un monitoraggio più ravvicinato in caso di problemi persistenti o condizioni prediagnosticate .

La comunicazione aperta con il medico è fondamentale: solo attraverso il dialogo e la collaborazione si può raggiungere il massimo livello di tutela della salute. L’approccio della medicina di genere permette di riconoscere il peso delle variabili biologiche e psicologiche insite nella menopausa, attuando strategie integrate che vanno dalla modifica dello stile di vita, alla terapia ormonale sostitutiva personalizzata, fino all’uso mirato di farmaci e integratori.

Saltare la visita significa rinunciare a tutto questo: una diagnosi preventiva delle patologie, una risposta tempestiva ai disturbi e una cura mirata che migliora la qualità della vita e abbassa in modo significativo il rischio di complicanze nel futuro. La menopausa non va vissuta come una “fine”, bensì come un nuovo inizio, da affrontare con consapevolezza e affiancamento medico costante.

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