Allergia alle graminacee? Ecco quali sono le piante più pericolose e quando scatta l’allarme

L’allergia alle graminacee rappresenta una delle più comuni cause di rinite allergica stagionale nella popolazione italiana. Questo fenomeno, spesso sottovalutato, colpisce milioni di persone ogni anno e può provocare disturbi anche gravi, soprattutto nelle fasi di massima esposizione ai pollini. Le graminacee sono una vasta famiglia di piante erbacee ampiamente diffuse sia in ambito urbano che rurale, e i loro pollini sono tra i principali responsabili delle allergie respiratorie nelle stagioni primaverile ed estiva.
Il sistema immunitario delle persone allergiche reagisce in maniera anomala ai componenti del polline, riconoscendoli come minacce e innescando una reazione infiammatoria caratterizzata spesso da starnuti, prurito, lacrimazione ed eventuali difficoltà respiratorie.

Le graminacee più pericolose per gli allergici

Quando si parla di questa allergia, è utile identificare quali siano le specie di graminacee maggiormente responsabili delle reazioni allergiche. Benché la famiglia delle graminacee sia molto ampia, alcune specie si distinguono per la loro elevata capacità di liberare grandi quantità di polline fortemente allergenico nell’aria. Tra queste, le principali sono:

  • Gramigna (Agropyron repens): pianta infestante e molto comune nei campi e nei prati.
  • Loietto (Lolium perenne): presente sia nei prati spontanei sia nei campi coltivati.
  • Poa pratensis: nota anche come erba dei prati, cresce spontanea e abbondante ovunque.
  • Festuca: diffusa nei pascoli, resistente agli agenti atmosferici.
  • Dactylis glomerata (erba mazzolina): presente sia in campagna che ai bordi delle strade e sentieri.

Accanto a queste, fanno parte della stessa famiglia anche altre importanti piante utilizzate a scopo alimentare come mais, riso, frumento, segale, orzo e avena, sebbene il loro polline sia di norma meno disperso in aria rispetto alle specie spontanee, risultando quindi meno impattante sulle allergie respiratorie.
La famiglia delle graminacee (o Poaceae) comprende migliaia di specie, sia spontanee che coltivate, accomunate da particolari caratteristiche botaniche e dalla struttura dei fiori che favorisce l’ampia diffusione del polline per via anemofila (trasporto attraverso il vento).

Quando si manifesta l’allergia: periodicità e picchi stagionali

Un elemento fondamentale per prevenire e riconoscere l’allergia alle graminacee è conoscere il periodo di fioritura e, di conseguenza, di maggior rilascio di polline nell’aria. In Italia, il calendario pollinico delle graminacee si concentra prevalentemente nella stagione primaverile ed estiva.
Il periodo di allarme va generalmente da aprile a luglio, con un picco molto marcato tra maggio e giugno, quando la concentrazione di polline raggiunge i livelli più elevati. In alcune zone del Paese, soprattutto dove il clima è più mite, il rilascio di polline può protrarsi anche oltre luglio o anticipare già alla fine di marzo.

In corrispondenza dei giorni ventosi e secchi si verifica una maggiore dispersione dei pollini, aumentando così il rischio di sintomi nei soggetti allergici. Episodi di pioggia intensa, invece, tendono temporaneamente a ridurre la presenza di allergeni nell’aria, offrendo un breve sollievo.

Sintomi tipici e complicazioni dell’allergia alle graminacee

Il quadro sintomatologico è variabile e può presentarsi con manifestazioni leggere o severe, coinvolgendo principalmente le vie respiratorie ma anche la cute, gli occhi e, più raramente, l’apparato digerente. I sintomi principali includono:

  • Rinite allergica: naso che cola, starnuti ripetuti, prurito, congestione e infiammazione delle mucose nasali.
  • Congiuntivite allergica: arrossamento, prurito agli occhi, lacrimazione abbondante e fotofobia.
  • Asma bronchiale: tosse secca, senso di costrizione al petto, respiro corto e, nei casi più gravi, difficoltà respiratoria marcata.
  • Manifestazioni cutanee: prurito, orticaria ed eruzioni cutanee.
  • Disturbi del sonno e malessere generale.
  • In casi rari, diarrea o altri disturbi intestinali, specie nei soggetti particolarmente sensibili.
  • Complicazioni dell’asma bronchiale preesistente.
  • Nei casi più gravi, rischio di shock anafilattico (collasso cardio-circolatorio), sebbene questa complicanza sia rara.

Inoltre, alcune persone allergiche possono sviluppare la cosiddetta sindrome orale allergica, caratterizzata da prurito e fastidio alla bocca subito dopo aver mangiato alcuni alimenti vegetali (in particolare frutta e verdura botanicamente affini alle graminacee).

Prevenzione, diagnosi e consigli pratici

Per limitare i sintomi tipici dell’allergia alle graminacee durante i mesi critici è preferibile adottare alcune semplici precauzioni:

  • Evitare le uscite all’aperto nelle giornate ventose e nelle ore centrali della giornata, quando la concentrazione di pollini è più elevata.
  • Tenere chiuse le finestre durante le ore di massima diffusione dei pollini.
  • Utilizzare filtri antipolline per aria condizionata in auto e ambienti chiusi.
  • Fare doccia e cambiare i vestiti dopo essere stati all’aperto.
  • Monitorare tramite bollettini pollinici la concentrazione di allergeni nell’aria e pianificare le attività di conseguenza.

La diagnosi di allergia alle graminacee viene effettuata tramite visita specialistica allergologica e test specifici (test cutanei, dosaggio delle IgE specifiche). La corretta identificazione della sensibilizzazione è essenziale per impostare le strategie terapeutiche più adatte, che possono includere l’uso di antistaminici, corticosteroidi locali e, nei casi più selezionati, immunoterapia specifica.

Per approfondimenti sulla rinite allergica e sulle reazioni di ipersensibilità legate alle allergie stagionali, è utile consultare le principali fonti scientifiche e i servizi di allergologia.

In conclusione, riconoscere tempestivamente i segnali d’allarme e intervenire precocemente può migliorare notevolmente la qualità della vita degli allergici. Essere informati sulle piante più pericolose e sul periodo di rischio consente di adottare strategie efficaci di prevenzione e controllo dei sintomi, rivolgendosi sempre a specialisti qualificati per una gestione su misura delle proprie esigenze.

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