Un conto corrente in rosso si verifica quando le disponibilità presenti sul conto scendono sotto lo zero, cioè il saldo diventa negativo. Questa situazione può sorgere a causa di una spesa imprevista, pagamento di rata, prelievo o un addebito non coperto dal saldo effettivo. Le conseguenze per il correntista sono immediate e potenzialmente onerose, poiché l’istituto di credito applicherà condizioni contrattuali che includono interessi di mora calcolati giornalmente, commissioni specifiche sullo sconfinamento e possibili restrizioni sulle funzionalità del conto corrente.
Cosa accade quando il conto va in rosso
La condizione di conto in rosso coincide con l’assenza totale di liquidità, o peggio, con un saldo negativo. In altre parole si spendono somme superiori a quelle effettivamente disponibili. Le ragioni possono essere molteplici: eccesso di spese, accredito tardivo di stipendio o pensione, prelievi imprevisti, oppure il pagamento di utenze domiciliato che superano il saldo residuo.
Al verificarsi del rosso, la banca può adottare misure immediate come il blocco delle operazioni bancarie: divengono impossibili bonifici, prelievi e emissione di assegni. Anche i pagamenti automatici come le domiciliazioni delle bollette possono essere sospesi, rendendo il cliente insolvente anche verso i fornitori di servizi o le pubbliche amministrazioni.
Commissioni e interessi: quando e come scattano
Quando il conto entra in rosso, la banca applica innanzitutto i tassi di interesse moratori sul saldo negativo. Questi interessi sono generalmente superiori a quelli di un normale prestito e vengono calcolati per ciascun giorno di permanenza in rosso. Oltre agli interessi, possono essere previste delle commissioni specifiche denominate commissioni di istruttoria veloce (CIV) o altre spese legate allo sconfinamento non autorizzato.
Prima della riforma del 2009, era diffusa la cosiddetta commissione di massimo scoperto: una commissione calcolata sulla punta massima di esposizione negativa nel trimestre. Dopo la sua abolizione, le banche hanno introdotto nuove tipologie di commissioni, che spesso vengono applicate in modo peculiare in base al singolo istituto e contratto.
- Gli interessi moratori si applicano su tutto l’importo sforato rispetto al saldo disponibile, per ogni giornata di saldo negativo.
- Le commissioni Civ scattano ogni volta che si verifica uno sconfinamento, anche per importi modesti e possono essere richieste più volte in un solo mese, ogniqualvolta si genera un nuovo debordo dal saldo.
- Altre spese possono essere inserite unilateralmente nel contratto, con specifica comunicazione al cliente.
La banca può tollerare temporaneamente piccoli rosso di conto con clienti affidabili, ma se l’importo è elevato o persistente inizieranno i solleciti formali di rientro.
Tempistiche e conseguenze sugli altri rapporti bancari
Se il conto rimane in rosso per qualche decina di euro e solo per pochi giorni, molte banche preferiscono attendere un tempestivo riequilibrio, soprattutto se il cliente gode di buona reputazione finanziaria. Tuttavia, se il saldo negativo supera le migliaia di euro o si protrae nel tempo, le conseguenze si aggravano:
- La banca può segnalare la situazione alla Centrale Rischi di Banca d’Italia, con impatti diretti sulla reputazione creditizia del cliente.
- È possibile la revoca di strumenti finanziari associati al conto, come bancomat, carte di credito e affidamenti automatici.
- In caso di fido autorizzato, lo sforamento oltre l’importo concesso comporta l’applicazione di tassi e commissioni ancora maggiori rispetto al normale utilizzo del fido. La banca può richiedere la restituzione immediata dell’intero importo sconfinato più interessi.
- Se il cliente detiene più conti nella stessa banca, quest’ultima non può, salvo specifica autorizzazione contrattuale, prelevare somme dagli altri conti per ripianare il debito del conto in rosso.
Blocchi parziali o totali delle operazioni sui canali digitali sono prassi frequente e proseguono fino al completo rientro del saldo negativo e al pagamento dei relativi oneri.
Rischi di chiusura forzata e adempimenti legali
Un saldo negativo prolungato obbliga il correntista al risanamento del debito, comprensivo di tutte le spese e degli interessi moratori. Se la situazione non viene risolta in tempi accettabili, la banca può procedere con la chiusura coattiva del conto e l’avvio di procedure di recupero crediti. La chiusura non annulla però il debito: l’ex correntista resta legalmente obbligato a rimborsare la banca, compresi gli interessi maturati.
In circostanze gravi, la segnalazione in Centrale Rischi può rendere molto complessa l’apertura di nuovi conti bancari o la concessione di crediti futuri presso altri istituti. La reputazione creditizia ne risulta fortemente compromessa, con implicazioni per la vita finanziaria del soggetto per diversi anni.
Va ricordato che, anche in caso di tempestivo rientro, le banche sono autorizzate per contratto a trattenere le commissioni e gli interessi già maturati finché il saldo non torna positivo.
Focus: strumenti per evitare il rosso
- Mantenere il monitoraggio costante di entrate e uscite tramite app e home banking.
- Pianificare un fondo di riserva per imprevisti.
- Richiedere un fido solo in caso di reale necessità, valutando i costi reali rispetto al rischio di scoperto non autorizzato.
- Effettuare accrediti tempestivi e ridurre domiciliazioni non indispensabili se il saldo scende pericolosamente.
In conclusione, una gestione attenta e consapevole del conto corrente permette di evitare la condizione di rosso e le onerose conseguenze economiche e reputazionali che essa comporta. Le commissioni scattano immediatamente al verificarsi dello sconfinamento e possono incidere fortemente sulle finanze personali, soprattutto in caso di importi elevati o prolungata esposizione negativa.